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Clara Pazzaglia

Aprire il vaso di Pandora delle problematiche sociali

Titolo: La Cassa (La Caja)

Regia: Lorenzo Vigas
Lingua: Spagnolo
Durata: 92'
 

La Cassa (La Caja) è il terzo film della trilogia di Lorenzo Vigas dedicata al padre latinoamericano, preceduto dal corto “Elephants Never Forget (Los elefantes nunca olvidan)” e dal suo primo lungometraggio “From Afar (Desde allá).” Il regista trova che la cultura latinoamericana sia stata profondamente segnata dall’assenza di molti padri, che considera come la causa di fenomeni come il Peronismo e il Chavismo, dove la figura del leader riempie il vuoto lasciato dal padre che non è mai a casa.

Hatzín (Hatzín Navarrete) è un ragazzo molto giovane che vive con la sua anziana nonna, da cui viene mandato a recuperare i resti del padre da cui era stato separato in una cittadina industriale. Nel viaggio di ritorno, Hatzín riconosce suo padre in un uomo che vede per strada, e pensa che ci debba essere stato un errore. Prova con tutte le sue forze ad entrare nella vita di quest’uomo, Mario (Hernán Mendoza), in cui rivede il padre, senza spazio per cambiare idea. Alla fine, Mario lascia che il ragazzino sia parte della sua vita, e gli da addirittura un lavoro: assumono operai per le fabbriche, dove lo sfruttamento dei lavoratori è all’ordine del giorno. Il nostro giovane protagonista deve presto aprire gli occhi davanti alla realtà della situazione dei lavoratori messicani, quella stessa situazione che ha probabilmente ucciso suo padre.

Tra Mario e Hatzín si instaura una relazione padre-figlio, che però ha diversi significati per i due. Per Mario, tutto ha a che fare con la sopravvivenza e il proteggere la sua famiglia (sta anche per avere un figlio). Quindi, mentre da una parte è un compagno amorevole, dall’altra può essere davvero spietato quando deve interfacciassi con le famiglie dei lavoratori che assume. Hatzín comincia a rendersi conto di questi orrori, non solo quelli parte del suo rapporto con Mario, ma anche quelli della realtà della situazione degli operai in Messico.

Per quanto il tema del padre latinoamericano sia presente in questo film, un’altra problematica che viene trattata è quella della situazione degli operai nelle fabbriche in Messico, e quella che viene chiamata “la guerra contro i cinesi.” Gli stipendi non sono abbastanza per vivere, i lavoratori vengono spesso raggirati da figure come quella di Mario, che sembrano gentili ma che alla fine li mandano a lavorare in posti dove non vengono affatto apprezzati, solo sfruttati. La realtà è che, se ci si lamenta e si cerca di far valere i propri diritti di lavorare, si potrebbe finire in una cassa, esattamente come il padre di Hatzín. Il modo in cui Vigas dipinge questa realtà ha un che di documentaristico. Le inquadrature sono certamente studiate ma, allo stesso tempo, sembrano improvvisate come se fossero parte di un documentario, come se il regista avesse dovuto sbrigarsi per riprenderle prima che il momento finisse. Per assicurarsi che non perdiamo la concentrazione su questi temi sociali, il film è girato spesso utilizzando un teleobiettivo. Immortala la realtà della situazione in cui vivono gli operai, elenvandoli a più di semplici mani per lavorare.

La Cassa esplora due temi sociali fondamentali, saltando dall’assenza della figura partenga nelle comunità latinoamericane allo sfruttamento dei lavoratori in Messico, entrambe tematiche che sottolineano gli eccessi del capitalismo nei paesi in via di sviluppo. Si direbbe quasi che ciò che La Cassa fa è aprire il vaso di Pandora su questi temi sociali importanti ed attuali.

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