Titolo: Il Collezionista di Carte (The Card Counter)
Regia: Paul Schrader
Lingua: Inglese
Durata:112'
È abbastanza ironico pensare che un film girato più di un anno fa possa essere così attuale. È impossibile credere che Paul Schrader potesse predire come la guerra statunitense in Afghanistan sarebbe andata a finire mentre scriveva il film, ma Il Collezionista di Carte (The Card Counter) sottolinea le menzogne del patriottismo che si celano dietro le guerre americane oltreoceano. Il Collezionista di Carte parla in realtà della guerra in Iraq, ma possiamo comunque trovarci l’amara ironia della conclusione della guerra americana in Afghanistan.
Il film racconta la storia di William Tillich (Oscar Isaac), che ora si fa chiamare Will Tell, un ex soldato della guerra in Iraq iniziata dopo la tragedia dell’11 Settembre. Faceva parte di un programma che interrogava i prigionieri iracheni utilizzando la tortura a Abu Gharib, gestito dal Maggiore John Gordo (Willem Dafoe). È stato condannato per le torture commesse e ha passato otto anni in prigione. È qui che ha imparato a contare le carte e ora gioca a blackjack e poker per cifre basse spostandosi di casinò in casinò. Da quando è uscito di prigione ha un’idea molto distorta della sua libertà, che per lui è costituita da una rigida routine in cui dorme in stanze di motel che rende totalmente asettiche ricoprendole completamente con teli bianchi che porta con sé, e scrive un diario, raccontato al pubblico tramite voce fuori campo, in cui è centrale il tema dei suoi crimini. Incontra La Linda (Tiffany Haddish) in uno dei casinò, che gli offre di entrare a far parte della sua squadra di giocatori d’azzardo per alte somme supportati da finanziatori esterni, ma Will rifiuta. Tra loro scatta immediatamente una scintilla, nonostante la loro relazione rimarrà marginale per la maggior parte del film. Will va a giocare in un casinò dove si sta tenendo una conferenza sul settore della sicurezza, e assiste ad un discorso del Maggiore John Gordo. È qui che viene approcciato da Cirk (Tye Sheridan), il figlio di uno dei suoi colleghi che ha preferito spararsi che vivere con il senso di colpa per le atrocità commesse. Cirk incolpa le tecniche di interrogatorio di Gordo per la decadente salute mentale del padre e il suo suicidio, e vorrebbe che Will lo aiutasse ad eseguire il suo piano di torturare e uccidere il Maggiore. Will prende Cirk sotto la sua ala, facendone il suo compagno di viaggio, e, quando viene a conoscenza dei suoi debiti, decide di accettare l’offerta di La Linda di giocare per i finanziatori per poterlo aiutare. Quando Will pensa che Cirk abbia abbandonato il suo piano di uccidere Gordo, lo lascia andare con la scusa di riconciliarsi con la madre. In realtà, Cirk cerca di uccidere il Maggiore e finisce col venire ucciso. Per vendicarlo, Will decide di esaudire il desiderio del ragazzo per morte di Gordo.
L’ossessione di Will per le carte è in realtà una scusa per mantenere la sua mente sul suo senso di colpa invece di distoglierla. Contempla i suoi crimini in continuazione, facendo crescere la sua rabbia contro il paese per cui li ha commessi. Vediamo la totale distorsione del suo senso di colpa nei flashback che rappresentano le torture: sono immagini totalmente distorte, con colori saturati e musica metal ad alto volume. Will è così intrappolato nel suo senso di colpa che le scene vengono rappresentate come se fossero montate all’interno di un cilindro da cui non può fuggire, con bordi arrotondati e movimenti circolari. Il senso di colpa che Will sente per i crimini che ha commesso sottolinea il fatto che abbia deciso di arruolarsi a causa delle bugie sul patriottismo e l’esportazione della democrazia che gli Stati Uniti esaltano nella propaganda a favore delle loro guerre. L’intenzione del film è palesemente di portare l’attenzione sulle menzogne che si nascono dietro l’idea di queste guerre per la pace e di mostrare cosa creano realmente: la militarizzazione corrotta della società statunitense. Questo viene evidenziato ancora di più da un giocatore di poker rivale di Will noto come USA Man, che incarna perfettamente l’esagerato patriottismo americano di persone che non hanno mai combattuto un giorno per il loro paese, che Will detesta e che sente, in un certo qual modo, come parte della causa di queste guerre senza senso.
Nonostante il suo ritmo lento, che quasi da il tempo allo spettatore di distrarsi durante la visione, Il Collezionista di Carte è in realtà un film molto forte, che chiede al pubblico, di tutte le nazioni, di pensare veramente se queste guerre per la pace, guidate in primis dagli Stati Uniti ma non solo, riguardino realmente ciò che viene dichiarato. Schrader vuole che lo spettatore si domandi se davvero vogliamo credere alle bugie dannose che queste guerre creano o se ci vogliamo svegliare e vedere i loro veri orrori.
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