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Il colossal di cui il cinema Italiano aveva disperatamente bisogno

  • Immagine del redattore: Clara Pazzaglia
    Clara Pazzaglia
  • 28 set 2021
  • Tempo di lettura: 3 min

Titolo: Freaks Out

Regia: Gabriele Mainetti
Lingua: Italiano, Tedesco, Francese
Durata: 141'
 

Ci staremmo prendendo in giro se pensassimo che il cinema italiano non abbia perso il suo prestigio negli ultimi anni. Il cinema italiano non potrebbe mai avvicinarsi alle produzioni hollywoodiane, ma sta lavorando per riguadagnare un po’ di quel rispetto che aveva messo sulla mappa del cinema il paese nel secolo scorso. Lo scopo di Freaks Out di Mainetti è proprio questo: fare una produzione italiana che possa, almeno da lontano, somigliare ad un colossal di Hollywood, con effetti speciali e qualche battuta divertente.

Siamo nel 1943 e i nazisti hanno appena conquistato Roma. I nostri protagonisti sono quattro fenomeni da baraccone coi superpoteri: Fulvio (Claudio Santamaria) è un uomo lupo dotato di super forza, Mario (Giancarlo Martini) è un nano letteralmente magnetico, Cencio (Pietro Castellitto) può controllare a suo piacimento tutte le specie di insetti, e Matilde (Aurora Giovinazzo) induce corrente elettrica da tutto il corpo. Vivono insieme nel circo di Israel (Giorgio Tirabassi), un uomo ebreo che ha assunto come il ruolo di un padre per loro, specialmente per Matilde. Israel vorrebbe che scappassero tutti insieme in America, ma quando va a prendere i documenti per farlo, viene catturato dai nazisti. Quando i freaks non lo vedono tornare, pensano che sia scappato con i loro soldi, ma Matilde sente che ci deve essere qualcos’altro sotto. Gli uomini non vogliono crederle, e decidono di unirsi al ZirkusBerlin. Questo circo è gestito dal pianista tedesco con dodici dita Franz (Franz Rogowski), il cui vero superpotere è la capacità di viaggiare nel tempo: sa che la Germania perderà la guerra e sa dell’esistenza dei nostri quattro freaks, e vorrebbe catturarli perché pensa che potrebbero aiutare il Reich. Dall’altro lato, Matilde vuole andare cercare Israel. I tre uomini si separano dalla ragazzina, ed è così che diventa lei la protagonista del film, che deve imparare a controllare i suoi poteri.

Ci sono un sacco di cose in Freaks Out, con scene di guerra, magia, i nazisti e i viaggi nel tempo. Potrebbe essere tutto un po’ troppo. E gli effetti speciali non sono sempre perfetti. Si vede perfettamente che molta dell’ispirazione per i personaggi e i loro superpoteri viene dalla Marvel Comics e dagli X-Men, ma comunque c’è dell’originalità nel lavoro di Mainetti. A tratti sembra quasi una caricatura, con alcune battute dette in puro romanesco. Quindi, c’è molto in questo film, tanto che a volte sembra che i personaggi non siano stati studiati abbastanza o che i rapporti che si instaurano tra loro non siano così profondi come il regista vuole farci credere.

Ma è in tutto questo che sta il successo del film. È la combinazione di tutti questi elementi che rende Freaks Out di Mainetti un apripista per un nuovo tipo di cinema italiano: uno super prodotto, con tanti soldi alle spalle, il tipo di cinema che si potrebbe avvicinare alle gradi produzioni hollywoodiane invece di farlo sempre sembrare qualcosa di completamente diverso, come se gli italiani fossero solo capaci di fare cinema d’autore. Potrebbe essere proprio questo il colossal di cui il cinema italiano aveva bisogno per riprendersi il suo prestigio cinematografico. Potrebbe non sembrare perfetto, ed infatti non lo è, ma è sicuramente un primo passo per riprendersi quel rispetto che il cinema italiano ha perso in questi anni.

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