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Clara Pazzaglia

Torneresti a casa per il funerale di tua madre?

Titolo: Sundown

Regia: Michel Franco
Lingua: Inglese
Durata: 83'
 

Immaginate di star facendo la vacanza più rilassante della vostra vita, in un resort a mille stelle ad Acapulco, dove vi servono cocktail senza nemmeno chiederli, e dove potete scegliere il pezzo di carne prima ancora che venga cucinato in un ristorante. Poi, all’improvviso, il telefono squilla, e dell’altra parte vi dicono che vostra madre, a casa vostra a Londra, sta venendo portata d’urgenza all’ospedale e alcune ore dopo vi richiamano per comunicarvi che non ce l’ha fatta. Cosa fareste se non correre all’aeroporto per prendere la prima e più veloce combinazione di voli per tronare a Londra? Questo è quello che farebbe la maggior parte di noi, no? Beh, non proprio. Il protagonista di Michel Franco in Sundown decide che invece preferirebbe passare ancora un po’ di tempo ad Acapulco.

Le scene appena descritte sono l’inizio del film: Neil (Tim Roth) e Alice Bennett (Charlotte Gainsbourg) stanno passando la loro estate ad Acapulco con i figli di Alice (Albertine Kotting McMillan e Samuel Bottomley), quando improvvisamente ricevono la telefonata che li informa che la madre sta venendo patata d’urgenza in ospedale. Mentre corrono verso l’aeroporto, ricevono la telefonata che gli comunica che la madre è ora deceduta. Quando arrivano all’aeroporto, Neil realizza di aver “dimenticato” il passaporto all’hotel, e finge di andare a riprenderlo. Per tutto questo tempo, è stato calmo ed impassibile, e non ha versato nemmeno una lacrima per la defunta madre. Quando torna ad Acapulco, si fa portare al primo hotel che incontra, ed è qui che scopriamo che ha solo fatto finta di essersi dimenticato il passaporto, che è al sicuro nella sua valigia. Ricomincia quindi a passare il tempo ad Acapulco, ignorando completamente le chiamate della sorella, e a godersi la spiaggia. Si trova perfino una nuova fidanzata, Berenice (Iazua Larios). Per tutto questo tempo, è totalmente impassibile, e sembra non pensare alla madre defunta nemmeno per un secondo. Non fa una piega nemmeno quando una persona viene uccisa in spiaggia davanti ai suoi occhi. All’improvviso, arriva Alice, che arrabbiata gli chiede cosa ci sia che non vada in lui, perché l’ha abbandonata a dover organizzare il funerale della madre e ad avere a che fare con tutto il resto. Scopriamo che a Neil non interessa l’eredità, vivrà semplicemente di una rendita mensile di qualunque cifra al sorella voglia dargli. È qui che capiamo che sono gli eredi di un impero di macelleria, il che li rende un target perfetto per una gang, che realmente tende un agguato e uccide Alice mentre torna all’aeroporto. Neil viene addirittura indagato per l’omicidio, in quanto conosceva alcuni dei membri della gang, ma rimane comunque totalmente distaccato da tutto quello che gli accade. Solo alla fine capiamo cosa gli stesse veramente succedendo.

Per l’intera durata del film, ci sembra come se stessimo aspettando che accada qualcosa. Ci sembra tutto una serie di sfortunati eventi uno dopo l’altro, ma nessuno di questi sembra avere una vera importanza per lo sviluppo della storia. Sembrano tutti solo accadimenti che si sommano per poi arrivare ad un climax finale più grande. Il regista non vuole esprimere alcun giudizio sulla decisione del protagonista di abbandonare la sua famiglia nel momento del bisogno, e solo alla fine capiamo perché. L’interpretazione di Tim Roth di un personaggio così distaccato ci fa domandare se Neil sia pazzo o un completo sociopatico. Questa interpretazione non ci fa empatizzare con il personaggio principale fino all’ultimo momento, e continuiamo ad odiare questo tizio che sembra aver commesso il peggior crimine sociale del mondo. Dall’altro lato abbiamo l’interpretazione di Charlotte Gainsbourg di Alice come la donna forte ed emancipata, pronta ad assumere il comando dell’impero gastronomico e a mandarlo avanti come se nulla fosse accaduto. Si vive le sue emozioni a pieno, piange quando scopre che la madre è morta ed è furiosa quando scopre che il fratello stava solo facendo finta di trovare una soluzione per tornare a Londra per aiutarla. Il film non poteva davvero chiedere attori migliori per i ruoli principali.

Un’altra cosa che Franco fa in Sundown è farci davvero domandare: se fossimo al posto di Neil, torneremmo a casa per il funerale di nostra madre, o preferiremmo cercare di evitare tutti per risparmiargli la sofferenza?

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