Titolo: The Last Duel
Regia: Sir Ridley Scott
Lingua: Inglese, Francese
Durata: 152'
The Last Duel di Ridley Scott è un film in disaccordo con sé stesso. Come suggerisce il titolo, racconta la storia dell’ultimo duello legalmente combattuto nella Francia medievale, ma non del tutto. Il duello non è così centrale alla trama, non tanto quanto la ragione per cui il duello si doveva combattere, o almeno non dovrebbe esserlo. La ragione del duello è che una donna è stata stuprata, e nonostante fosse il 1300, non ha avuto paura di denunciare il suo aggressore e fargli pagare per i suoi crimini.
Dopo essere tornato dalla guerra, al cavaliere Jean de Carrouges (Matt Damon) viene detto dalla moglie Marguerite (Jodie Comer) che è stata stuprata dal suo amico, lo scudiero Jacques Le Gris (Adam Driver). Marguerite decide che vuole che il marito porti Le Gris a processo, ma nessuno le crede. Per difendere il suo onore e quello della moglie, Jean decide di sfidare Le Gris a duello.
La storia viene raccontata tre volte: prima dal punto di vista di Jean, e vediamo come non sapesse praticamente niente in quanto era via per la guerra; poi abbiamo la versione della storia di Le Gris, e vediamo come abbia un’idea distorta di come siano andate le cose, in quanto crede che abbiano fatto l’amore; e infine abbiamo la storia raccontata da Marguerite, che viene elevata a “verità,” in quello che sembra un tentativo di evitare qualunque tipo di polemica sulla natura del film. Ma c’è un bel problema comunque. Certo, apprezziamo il fatto che il regista abbia sentito la necessità di specificare che la versione di Marguerite è come siano davvero andate le cose ma, mentre guardiamo il film, si sente che la storia è stata raccontata da uomini: il libro a cui si ispira il film è stato scritto da Eric Jager, lo script è stato scritto da Ben Affleck, Matt Damon e una sola scrittrice donna, Nicole Holofcener, e la regia è a cura di un uomo. Non c’è niente di davvero ovvio che fa davvero risaltare la predominanza di uomini nella produzione di questo film, c’è solo qualcosa di sottile in ogni suo aspetto che ci fa percepire lo sguardo maschile. Ciò che percepiamo guardando il film è che un gruppo di uomini stesse cercando di essere comprensivo ma stesse fallendo nel trattenere la loro prospettiva maschile sul tema.
L’idea di raccontare la storia tre volte è molto buona in teoria, dato che ogni volta si aggiungono nuovi dettagli, ma a volte diventa troppo, e lo sguardo maschile trapela anche nel punto di vista di Marguerite invece di restare confinato in quelli di Jean e Le Gris. Il film è anche molto lungo, probabilmente avrebbe potuto essere molto più corto. La predominanza della prospettiva maschile è anche data da un dettaglio che acquisisce troppa importanza all’interno della narrazione: l’amicizia rovinata tra i protagonisti maschili, che ci sembra che Jean tenda ad attribuire a Marguerite. Si potrebbe controbattere che il film è ambientato nel 1300, ma non ci sembra davvero che l’accuratezza storica sia la vera ragione. Se davvero volessimo incolpare qualcuno che non sia Le Gris per questa amicizia rovinata, potremmo puntare il dito sul Conte Pierre d’Alençon (Ben Affleck), il cui comportamento darebbe fastidio a chiunque.
Il problema con The Last Duel è che è quasi un dramma politico, con un triangolo amoroso che si trasforma in uno stupro, ma che viene presentato quasi come un incidente. Ah, e c’è anche un duello, ma non ci interessa veramente. Ciò che ci viene dato sono tre uomini, De Carrouges, Le Gris e il Conte Pierre che giocano a fare politica alle spese della pace di vivere di una donna. È un altro film che racconta lo stupro tramite lo sguardo maschile e, nel 2021, ci siamo anche stancati.
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